Visitare il Parco Archeologico di Himera è un’ottima opportunità per compiere un’immersione nel patrimonio archeologico lasciato in eredità dagli antichi greci e fenici.
Approdata nel 648 a.C. nell’attuale Termini Imerese, un gruppo di greci di origine calcidese e dorica proveniente da Zankle (l’attuale Messina) fondò la colonia di Himera. Essi si stanziarono al centro di un ampio golfo, tra i promontori di Cefalù e di Termini Imerese, e in prossimità della foce del fiume Imera Settentrionale, importante arteria di collegamento verso la Sicilia centrale.
Il sito archeologico fu edificato nel XVI secolo, ma l’esplorazione iniziò soltanto tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso, dove fu scovato l’importantissimo Tempio della Vittoria, che rappresenta uno degli esempi migliori di architettura dorica in Sicilia. Il sito si sviluppa su un’area piuttosto vasta, di cui è stata scavata solo una minima parte. Si stima, infatti, che l’area geografica di Himera sia la più grande Necropoli scoperta.
Ancora oggi, visitando il sito non potrete che rimanere a bocca aperta dinanzi alle imponenti rovine della città, le quali testimoniano la grandezza e la potenza che la colonia ha avuto nel periodo di massimo splendore. Aperte al pubblico sono l’area del Tempio della Vittoria e quella della città alta, dove si ergeva anche il santuario di Athena. In particolare, il parco archeologico si sviluppa su tre livelli, nei quali è possibile trovare, partendo dall’alto, elementi architettonici e offerte votive dal Temenos di Athena. Il livello intermedio è dedicato agli oggetti di “cultura materiale” provenienti dagli scavi. Il livello inferiore, infine, accoglie una selezione di vasi e corredi dalle Necropoli, una sezione dedicata ad importanti siti del territorio quali Terravecchia di Cuti, Monte Riparato, Cefalù e una esposizione di reperti subacquei.